Rispondendo a unamico che sta leggendo Waldemar e che supponeva che le citazioni di Isherwood sono state in qualche modo “aggiunte” al romanzo, mi è venuto da rispondere in un modo piuttosto chiaro, che ora riporto:
Cioè le storie dei miei personaggi del mio romanzo sono espressione delle mie domande ai testi di Isherwood e delle mie reazioni emotive profonde (in senso psicanalitico).
Non è autobiografia, ma memoriale immaginario (e anche questo è risposta a Isherwood, strutturalmente), con elementi autobiografici sparsi ovunque come sale e pepe, non organizzati in uno solo dei personaggi, anzi, il contrario: usati come grimaldelli di liberazione delle emozioni e di loro trasformazione in vite piú vere della vita reale, quelle dei personaggi del mio romanzo.