Per la teologia le categorie di “conservatore” e “riformista” non sono appropriate, se non in relazione agli effetti politici delle sue determinazioni. I vari commenti, anche autorevoli, per cui il Ratzinger conservatore avrebbe aperto la strada del Bergoglio progressista sono fuorvianti. Ratzinger era un teologo profondo e legato ai fondamenti dottrinali cattolici con potenza di pensiero teoretico, Bergoglio è un gesuita legato agli stessi fondamenti ma con specifica capacitá di comunicazione empatica che lo fa sentire piú vicino e caloroso. Entrambi, nei fatti, non hanno fatto cambiamenti reali negli argomenti sensibili di attualità: paritá dei sessi nella Chiesa Cattolica, morale sessuale, trasparenza economica del Vaticano, scandali legati alla pedofilia. Poi, affettivamente, ognuno è libero di affidarsi a chi preferisce, traendone consolazione.